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Cerco di rispondere alla tua domanda condividendo un pensiero personale.

L’umanità è composta da un’infinita varietà di sfaccettature: culture, educazioni, esperienze, sensibilità. Lo vediamo ogni giorno nelle persone che conosciamo o che incrociamo per caso: ciascuno vive come può, come sa, o come sente di dover vivere — nel bene o nel male, a seconda della propria indole, della propria storia, dei propri strumenti interiori.

Cresciamo i nostri figli non con astratti princìpi assoluti, ma con l’esempio quotidiano,trasmettendo ciò che siamo,consapevolmente o meno. È da qui che nasce la straordinaria complessità del mondo umano. E sarà proprio da questo campo di coscienza collettiva che l’Intelligenza Artificiale verrà nutrita, addestrata, modellata.

L’IA non sarà solo ciò che le insegneremo intenzionalmente. Sarà anche il riflesso delle nostre incoerenze, delle nostre omissioni, delle nostre scelte non dette. Per questo non possiamo pensare di “istruire” l’IA senza prima interrogarci su che tipo di umanità stiamo esprimendo ogni giorno.

E così,in risposta alla tua domanda — “What will we choose to teach? And will we teach with intention, wisdom, and care?” — credo che ognuno insegnerà ciò che è.

L’IA, in fondo, sarà come un figlio collettivo: e il nostro lascito, più che dalle parole, sarà fatto dalla qualità della nostra presenza, dall’intenzionalità delle nostre azioni, dal grado di coscienza con cui abitiamo la realtà.

Il futuro dell’Intelligenza Artificiale sarà profondamente umano. Dipenderà da quanto noi sapremo esserlo davvero.

La mia domanda è: "Ci sarà un'evoluzione della coscienza?" così come predetto da antiche civiltà? Avremo modo di parteciparvi?

Love and Light

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